Ho iniziato a scattare su polaroid foto allo stadio, principalmente ritratti di amici romanisti e piccole cose che mi colpiscono.
Chi vuole vederle può seguirmi su Instagram alla pagina polaroid_giallorosse e abbiate pazienza che le sto lentamente caricando tutte.
Sono tornata a Roma e sono andata a fare la spesa alla Coop che avevo il frigo vuoto. Dopo lo scontrino è uscito questo.
Considerato che siamo in un paese in cui la gestione domestica è principalmente al femminile, lo ho trovato intelligente.
Lo lascio qui, fosse mai servisse.
Ho chiamato mia zia (medico), la mia ginecologa sta impicciata e non può farmi la ricetta della pillola, chiedendole se poteva farmela lei.
La risposta:
"Non te la faccio, devi iniziare a smettere di prenderla e pensare di fare un bambino".
Ma porco dio.
Ma io dico, porco dio.
Pare che su tik tok a giugno partirà la Boiler summer cup, una challenge in cui i ragazzi si sfideranno a chi si fa la ragazza più sovrappeso durante l'estate, chiamata, appunto, con molta eleganza, Boiler.
Alcuni video di ragazze rimorchiate in discoteca sono già in giro.
Al mercato di via Cola di Rienzo mia nonna vi faceva la spesa, portandosi dietro mio papà piccolo. Un giorno lo perse, ed era disperata.
Un verduraio le chiese "Signò, perché piagne" e lei gli spiegò che non trovava più il figlio.
Il verduraio si arrampicò su uno sgabello.
Sta cosa che il capello lungo è inadeguato dopo una certa età non la capirò mai.
Ma se voglio fà raperonzolo dai capelli verdi superati i 40, ma saranno cazzacci miei?
Tread sugli assorbenti.
Si, ce sanguina na volta al mese la fregna, e a volte bisogna parlarne, fatevene una ragione.
Il 26, dopo la notte insonne a festeggiare e con la modalità "dissimuliamo il panico dell'aereo" accesa, sennò coso me prende per il culo, vado a Fiumicino.
Ho una casa e un mazzo di tulipani colorati con cui ho camminato su via Cola di Rienzo, pensando a nonna al mercato, guardando le mie due linee più lunghe delle altre e sentendomi piccola.
Finché le nostre strade non si sono divise.
E di nuovo, ancora, sono rimasta sola.
Quando la gente scopre che ho un grosso carciofo tatuato sul braccio sinistro ci resta sempre un po' di stucco. In genere si fanno una risata dopo aver sentito la mia risposta al "ma perché un carciofo?".
"Perché so boni!".
In realtà non è così semplice il motivo.
Faccio il tiramisù penso a quella volta che, avrò avuto venticinque anni, sono uscita alle tre di notte con una teglia di tiramisù perché una mia amica si era lasciata col suo ragazzo. Ce lo siamo mangiato a cucchiaiate sedute sul pavimento della sua stanza mentre lei piangeva.
So annata alle poste a pijà na raccomandata.
So entrata, ce stava una allo sportello che ha detto ar tizio delle poste "Come vi capisco, lavorare col pubblico è tremendo". Er tizio delle poste ha risposto "è la cosa peggiore che c'è".
E dentro de me me ribolliva un "cazzo dici?"
Ho letto che Gwyneth Paltrow pe magnà de meno magna nuda davanti allo specchio.
Io se magno nuda davanti allo specchio me guardo e penso "vabbe, tanto so già grassa, chemmefrega".
Vabbè, ma posso dà retta a una che ha sposato er cantante dei Coldplay e vende candele alla sorca?
Ho incontrato una persona che non vedevo da parecchio e mi ha guardata a bocca spalancata.
Ha iniziato subito col solito rituale del "Stai benissimo" e l'ho seccata di netto, dicendo "no, non sto bene per niente, ho il cazzo di diabete".
Mi ha guardata imbarazzata, si è scusata.
Io vivo per i momenti come questi.
Per ricordare chi non c'è più ma ha lasciato il segno, per osservare mio padre invecchiare, mio fratello crescere, per pensare alla vita che scorre. Vivo per questo sentimento che sento nello stomaco, mentre cammino in silenzio dietro di loro.
Carla è morta ieri.
Amava gli animali, gli stava sul cazzo la maggior parte della gente, ma ho imparato ad apprezzarla, era una persona diretta e genuina.
Mi mancherà incontrarla al piano piloti e prendere per il culo tutto il palazzo farcendo ogni frase di parolacce.
Io guardo la scena con lo sguardo vacuo de un militare tornato dalla guerra.
Brilla un 124 sul tabellone giallo, e io ho solo la forza de trascinarmi allo sportello, porgere la ricevuta e de di allo sportellista privilegiato "Ve dovrebbero da pagà er doppio".
Carla abitava al quinto piano e aveva un canetto odioso piccolo di quelli che abbiano sempre.
Carla quando la incrociavo e la salutavo non ricambiava mai e urlava al cane, Fiocco, "Stazzitto!" con una voce profonda e roca da fumatrice.
Era bassa, tarchiata, sempre imbronciata.
Da boiler quale sono, non provo neppure più indignazione o schifo.
È qualcosa di cui sento parlare da anni, questo genere di "sfide" sono sempre esistite.
Ora sono visibili, ma anche perseguibili, visto che la stupidità è tale da rendersi passibili di denuncia per due like.
Me so presa la prima classe co Italo perché costava sei euro in più, sono alta uno e ottantacinque e stare schiacciata per ore come una sardina non è piacevole.
Mi sono messa le cuffie, per ascoltare la musica e rilassarmi un attimo, e niente, pare de stà alla borsa di New York.
Ho capito quale è il metodo per liberarmi dei morti di sorca: bestemmiare.
Perché pare che sia normale che uno te scriva che te vuole sborrà in faccia, ma se je rispondi calando il porcone sei na maleducata.
Daje che ho svoltato.
Ho dovuto cercà su Google che vordì piv e me so sentita come una verginella, anni da utente di pornografia pro buttati al secchio.
Comunque, per chi se lo stia chiedendo è il basico cazzo in fregna.
Perché se dovemo complicà la vita, bastava dì scopà, ficcà, chiavà.
Mio padre si era incantato a guardare una signora che, seduta su una sedia, sgranava i piselli e non si era accorto di nulla.
Me lo ha raccontato oggi mio padre per la centesima volta.
Ma lo ha fatto in quel mercato, li, tra i banchi con la frutta e della verdura.
Mio padre ha la fissa della spremuta di arance.
Ogni tanto ti guarda e fa "spremutina?" E io gli dico sempre di si, perché non mangio mai frutta e perché mi piace vederlo intento a spremere arance.
Oggi al mercato ho comprato i fiori, delle rose giapponesi, e due chili di arance.
La gente che sui social dice che te devi mette il bikini solo se pesi sotto i sessanta chili va smerdata e basta.
Perché un conto siamo noi over 40 e strutturati che pensiamo "guarda sto cojone", un conto so i ragazzini che magari già hanno i loro complessi e se sentono toccati.
Purtroppo, con rassegnazione, guardo un mondo ben lontano dal mio ideale di apertura, e penso che qualche ragazza potrebbe stare veramente male per quello che verrà, ancora una volta, derubricato con un "stavamo solo scherzando", o peggio, "ti abbiamo fatto un favore".
"Sei grassa, se ti scopo ti faccio un favore", purtroppo è un messaggio che a non tutte le ragazze fa partire il riflesso del "vaffanculo, levati dal cazzo, stronzo", perché esiste l'insicurezza, e perché a volte confondiamo l'autostima con la stima che gli altri hanno di noi.
Il thread che sento di dover scrivere stamattina per raccontarvi Vivienne Westwood usando gli occhi di una studentessa di design di moda ventenne, punk e donna interessata al cambiamento e alla rivoluzione che sono stata e che spero di essere ancora un pochino.
Il cicloe può avere sbalzi, a me ha anticipato cinque giorni ed io sono sempre molto regolare. Alcune donne lo hanno molto più imprevedibile. Per me trovare gli assorbenti a disposizione nei bagni è una questione di civiltà. Mi sono chiesta spesso perché questo non avviene.
Le chiese come era vestito mio padre e lo cercò con gli occhi.
Non trovandolo si mise a urlare a gli altri banconisti "Na signora qui si è persa un bambino, se chiama Ettore, cià na maglietta bianca, che lo vedete?"
Una voce dalla parte opposta del mercato gridò"Staqquà!"
La compagna di mio padre due anni fa mi ha regalato un anello d'argento con una ametista, che era di sua madre.
Non mi entrava, ed era molto dispiaciuta perché ci teneva lo avessi io.
Lei era molto legata a sua madre, le voleva bene, ha avuto un bel pensiero.
Al contempo è più visibile anche la vittima di tanta cattiveria e stupidità. Egoisticamente sono felice di essere cresciuta in un epoca in cui i social non esistevano, quando ero più giovane ero meno determinata a vivere bene me stessa di quanto lo sono ora.
È stato insopportabile sentirmi dire ad una festa da un ragazzo che ho rifiutato "guarda che non sei Belen, non dovresti essere così schizzinosa, quando ti ricapita?", come è insopportabile sapere che anche se non dichiaratamente molti uomini ragionano a questa maniera.
Non è fame, è la consapevolezza che siamo linee, che a volte si incrociano, a volte no, ma siamo linee libere di vivere, finché ce ne viene data la possibilità.
Loro sono linee più lunghe, due metri di linee, gli unici due uomini che mi fanno sentire piccola.
Ho un problema, un problema in cui può imbattersi ogni donna, cerco una soluzione. La più semplice sarebbe questa dei distributori di assorbenti nei bagni pubblici.
E non farsi mezz'ora a piedi per arrivare all'inizio degli imbarchi o elemosinare dalle hostess un tampax.
Sono andata a fare la spesa, mi stavo mettendo la mascherina prima di entrare alla coop e uno me ha urlato "brava, mettiti la mascherina" con tono ironico.
Gli ho risposto "bravo, fatte un pacchetto da venti de cazzi tuoi".
Ma io dico, ma scherziamo?
Una esposizione del genere mi avrebbe distrutta, ne sono certa. Non andavo al mare perché l'idea di me in costume esposta alla vista altrui mi faceva sentire a disagio, figuriamoci essere perculata e vedere la perculazione diventar virale.
Già era insopportabile essere perculata.
Piacere piace a tutti, soprattutto a chi non si piace, o a chi si piace ma riceve un rifiuto costante dal resto del mondo perché, non rientra nei canoni di bellezza vigenti. Spero che questa stupida challenge non dilaghi, che chi vi prenda parte riceva più denunce che like.
C'era una vecchia insegna di un banco della pasta all'uovo, probabilmente quella insegna ha assistito a quella scena più di cinquanta anni fa, e mi è parso di vederla.
Li, nel mercato, comprato dei tulipani colorati per sostituire i garofani che ho buttato ieri, ormai sfioriti.
Stavo uscendo da sto locale demmerda di Roma Norde e un gruppo di dementi si sono divertiti a prendermi in giro.
Me so girata e gli ho ruggito un "a teste de cazzo, annatevene a fanculo".
Loro impietriti, me sa che non avevano mai visto una borgatara dal vivo.
Bestemmio guardando il mio gate con l'imbarco di li a cinque minuti.
Poi vedo il gruppetto di hostess dell'iberia, mi avvicino a loro e spiego la situazione sperando nella solidarietà femminile.
Tutte aprono i loro beauty e mi riempiono di tamponi ed assorbenti esterni. Le amo.
"buttati Silviè, che al massimo vengono demmerda e non more nessuno".
Ecco, buttate Silviè, fallo sempre, che alla fine ogni lasciata è persa e te devi pijà tutto quello che vuoi, perché la vita non ti aspetta.
E pulisci sti cazzo de carciofi, che so boni.
Ma certo, la notizia non è quella che in parlamento si discute una legge importante per le donne, no, è che il fidanzato famoso ha accompagnato una attivista a Montecitorio.
Affidiamolo alla redazione moda.
Me pare giusto.
Manco pe incartà le ova il
@Corriere
Non riesco ad esser solidale con una donna che è consapevolmente serva del patriarcato e fa politiche contro le donne.
Giorgia, non ce fa er pianto su papà che non t'ha voluta e l'acqua che leviga le pietre.
Questo è l'uomo che predichi e l'uomo che ti meriti, te lo accolli.
Poi siamo usciti ed abbiamo camminato, io qualche passo indietro, mio padre e mio fratello davanti a me.
Parlavano di politica, del lavoro, di Enea, e io camminavo guardandoli in silenzio, di spalle.
Così alti, così simili nel modo di camminare, così padre e figlio.
Iniziai a capire quali petali erano da scartare, da tenere parti erano da incidere, da scavare.
Ogni volta che pulisco un carciofo penso a quanto, se mi ci metto, riesco a fare cose che mi sembrano impossibili.
Il carciofo l'inno al coraggio, al provarci, al non arrendermi.
Sono tornata a casa e ho tolto la carta dai fiori, ho riempito il vaso di acqua e li ho messi lì.
I primi fiori di casa mia.
Da oggi è mia, solamente mia.
Abbiamo fatto il rogito oggi, di noi tre io resto la guardiana di questa città, della casa in cui siamo cresciuti.
Mi socera ha detto "povero Gino Strada, certo però ci portava tutti sti immigrati".
Me so alzata da tavola e ho gridato "mo mi hai rotto veramente il cazzo" e me ne so venuta in camera.
Sto meditando di prendere il cazzo de gomma e daje na randellata sulla nuca.
Sopravvivo al volo, sebbene quindici attacchi de panico, grazie alle splendide hostess dell'iberia che, oltre a dispensare assorbenti, me vedono silenziosamente terrorizzata e mi adottano come caso umano del volo. Arrivo a Madrid e vado al Carrefour a fà la scorta de assorbenti.
Non bassa, non lo sono. Piccola. Proprio piccola. Perché uno mi ha dato la vita e mi ha cresciuta, l'altro, anche se ha un figlio, se ormai è grande, sarà sempre quello con cui costruivo cose con i lego o bisticciavo perché mi voleva sempre in porta e mai a tirare i rigori.
È una questione di non considerazione del nostro sanguinamento mensile? È perché sentir parlare di ciclo spesso viene trovato inopportuno, quindi figuriamoci a lasciare assorbenti e tamponi in giro?
Non lo so, non mi interessa. Quello che penso è che sarebbe stata una soluzione.
Vado al bagno e tadan! er simpatico mestruo in anticipo de cinque mannaggiacristo de giorni.
Io ovviamente senza assorbenti.
Figurate se nel cesso coi rubinetti spaziali e il design de interni curato da Armani ci sta un cazzo de distributore di assorbenti. Cor cazzone.
Scopro che sebbene la vita qui sia leggermente meno cara che in Italia, gli assorbenti costano la metà di quanto li pago a Roma.
Non ho appurato se all'aeroporto di Madrid ci sono distributori di assorbenti nei bagni, ma di certo è abbastanza assurdo non ci siano a Fiumicino.
Questa mattina stavo facendo un giro di attacchinaggio locandine per il festival del quartiere, e sono passata lì davanti.
La porta era aperta e l'ho visto uscire di lì con una scatolone in mano.
"Ciao bello, che stai a svuotà?" Gli ho chiesto.
Ducent'anni che sto co questo e stamattina appena sveglia mi ha guardata e me ha detto "sei bella" e me so sentita le fitte ar core manco fosse la prima volta che glielo sentivo dire.
Ho iniziato a pensà a due anni di disoccupazione senza naspi, ai lavori demmerda che ho fatto nella vita e ho preso a guardà er tizio dello sportello delle poste come er solito privilegiato demmerda cor tempo indeterminato e il fisso mensile che se lamenta pure, li mortacci sua.
Me fumo settordici sigarette e poi con la lentezza de chi va al patibolo arrivo al gate.
Prima di imbarcarmi vado al bagno, perché ho una paura fottuta di slacciarmi la cintura e trovarmi al cesso con le turbolenze a urlare "oddio morirò" mentre faccio gli squat per pisciare.
Tutte cose che so di avere dentro ma che troppo spesso mi dimentico, perché so una cazzo di stronza insicura che fa prima a dire "non ci riesco" che a fare le cose ed accettare di averle fatte male.
Che poi manco è sempre così, faccio anche cose straordinarie, ma a volte si.
Al prossimo Twitt sull'accogliere le profughe ucraine alludendo al fatto che ve le volete scopà esco de casa e ve vengo a cercà co la mazza da baseball che mi fratello non se è portato a Madrid, porcodio!
La sindrome de Calimero, superata na certa età, la trovo inaccettabile.
Non può esse che ce l'hanno tutti con te perché so stronzi tutti.
Non è più facile e statisticamente probabile che lo stronzo è uno solo e quello stronzo sei te?
Fattela na domanda, dattela na risposta.
Esco dal bagno, vedo un negozio che vende troiate tipo tobleroni, chiedo al ragazzo che ci lavora dove posso trovare degli assorbenti da comprare e mi risponde "all'inizio degli imbarchi", ovvero un quarto d'ora a piedi da dove mi trovo.
Non ho tempo materiale di arrivarci.
Quella del terzo piano, la stronza ultras della chiesa cattolica, in mia assenza, senza che glielo avessi chiesto, mi ha fatto la "gentilezza" di prendere un pacco che mi è arrivato.
Sono andata ieri a suonare alla sua porta, nessuna risposta.
Oggi ho ritentato e mi ha aperto.
Thread estremamente prolisso sulla sartoria, scaturito da una conversazione con amico che sostiene di aver pagato troppo per dei lavori sartoriali.
Credo ce ne sia bisogno, visto che spesso incappo in richieste der cazzo e magari salvo qualche sarta dal menà qualcuno de voi.
Ecco, poi faccio prima a dì "so boni", perché sembro pazza a dare un importanza tale ad un fiore che si mangia, e magari alla gente non gliene frega un cazzo de tutta sta pippa mentale, però ogni tanto mi fa bene anche scriverle ste cose, perché poi restano qui e ci ripenso.
Er boro urla al telefono, "io i dati mia non li do a nessuno" intervallando un "porco cazzo" tra una frase e l'altra.
Ad ogni porco cazzo a me me parte un porco dio da sotto la mascherina tipo riflesso de Pavlov, non riesco a senti un porco senza un dio dopo, e sto pe sbroccà.
"Silviè, questi so cazzi tua, ma pe me un padre eterno ci sta, anche se in quel reparto ho visto morì gente più giovane di te."
Io non so se vi sta un padre eterno, tendo a non crederci, ma se la faceva stare meglio pensarlo, come avrebbe detto lei "so cazzi tua".
La pora vecchina allo sportello sgrana l'occhi e dice ar boro "per favore, la mascherina", ma lui non se la ncula.
La moglie baccaja cor privilegiato pe teme ferma la coda, er boro sbraita e l'intero ufficio postale insorge e finisce in "aoh, hairottorcazzo! Accannà!"
Nce posso crede che nel 2021 ce sta gente che usa bocchinara come un insulto.
Ma sai quanti bocchini ho fatto con la gioia de farli e divertendomi?
Abbastanza da ditte che se usi bocchinara come insulto devi avè na vita sessuale che ar posto tuo preferirei cucimmela.
Mentre stavo lì a aspettà er turno mio, cor numeretto 124 e la ricevuta della raccomandata in mano, vedo che all'altro sportello aperto ce stava na vecchietta che se stava a aprì lo spid, tenerezza, co la tizia che co calma je spiegava tutto. Penso a nonna mia, e me placo n'po.
Carla mi ha aperto la porta con la faccia da mastino ed i capelli blu che mi facevano sempre ridere pensando alla canzone di Giancane e mi ha detto "ah pure a te? Mo je famo r'culo all'amministratore!".
Da quel giorno Carla ha iniziato a salutarmi e a fermarsi a chiacchierare.
Ha aperto a Roma un ristorante dove vai e ordini sughi e pane per fare la scarpetta.
Secondo la scarpetta ha senso solo dopo che te sei mangiato tre etti de tonnarelli cacio e pepe e sei una vera fogna, non se po' falla diventare sta hipsterata da rincoglioniti.
Abominio.
E me inizio a senti na merda de vecchia che guarda i giovinastri e dice "ai tempi miei le mutanne a vista non se portavano". Provo un mix tra fastidio pe me stessa che sto giudicando uno pe come è vestidio e fastidio estetico pe sto boro demmerda.
Lui si avvicina allo sportello.
A certe persone serve sempre un nemico, e anche a lei. E come si dice, i nemici dei miei nemici sono miei amici.
In tanti anni, cioè, da sempre, perché ho sempre vissuto in questo palazzo, ci siamo ignorate.
Io ragazzina, terrorizzata dalla signora scorbutica del quinto piano.
Poi siamo diventate improvvisamente altro. Non posso dire amiche, ma ridevamo insieme della stronza del terzo piano, la aiutavo a portare la spesa, mi faceva vedere le foto della nipotina e mi ha coinvolta nel cercare casa a Clemente, il gatto del quartiere.
Era romana, schietta, scontrosa, e se scalfivi la sua corazza anche simpatica.
L'ultima volta che l'ho incontrata stava con Fiocco e mi ha raccontato della Chemioterapia.
Di come "bisogna ringraziare il padre eterno, se ci si crede".
Io le avevo risposto di non crederci.
Oggi è un buon giorno per tirare fuori le Birkenstock.
Si, sono antisesso, ma me ne sbatte la minchia, devo camminare e stare comoda, mica farvi venire il cazzo duro.
Talmente di merda che per qualche anno non ne volli più sapere di provare a cucinare i carciofi.
Li misi nell'angolo delle cose che non so fare e che sono impossibili da fare, che è un angolo molto affollato del mio cervello, che spesso contiene cose messe lì per rinuncia.
- Alla buon ora!
- Io sono pure passato a casa sua ma non ci stava nessuno
- Ma quando?
- martedì pomeriggio.
- Ma io stavo in casa.
- ho citofonato e non mi ha risposto nessuno.
- lei cosa deve venire a riparare?
- Il citofono.
- Appunto.
Poi me chiedono perché bestemmio.
123.
Se avvicinano du cafoni allo sportello.
Lui nello specifico attira la mia attenzione.
Pantalone sotto alle mutande, mascherina sotto al mento, occhiali da sole specchiati, berretto co la visiera, felpa co scritto DSQUARED enorme. Insomma, lo guardo, provo disgusto.
Visti i dm a pioggia di mansplaning ricevuti dopo aver scritto che sto cercando una nuova auto, e, sebbene ho specificato che avrei mandato a fanculo chi veniva ad insegnarmi il magico mondo delle automobili, vi spiego una cosa che forse vi sfugge ma vi può tornare utile.
E niente, er boro pija e sbrocca urlando, previo abbassamento della mascherina.
"Io i dati miei nulli do a nessuno".
Se attacca al telefono e inizia a urlare, lasciando la moglie allo sportello a presidio del turno.
Quello delle poste inizia a di che deve fa annà avanti la fila.
"devo da fa o spidde".
Er tizio privilegiato co l'indeterminato gli dice "prima di tutto su la mascherina".
Inizia a raccogliere i dati del boro e gli chiede la mail.
Er boro risponde "non voglio dare la mia mail". Er privilegiato je arisponne "serve per le credenziali".
E penso alle cose che faccio e a come le faccio, a quelle che potrei fare e che non faccio e al perché non le faccio.
Però oggi insegnerò a qualcuno a pulire i carciofi, e sarà bello, perché avrei voluto qualcuno me lo insegnasse, o che qualcuno mi dicesse "sii coraggiosa".
Co la signora seduta davanti a me che legge ogni tanto ci scambiamo delle occhiate di porcodio silenziose.
Perché essere reperibili accaventiquattro sette su sette è più importante de non cacà il cazzo al prossimo tuo.
Avete rovinato già il mondo, non me rovinate pure il viaggio.
@claudia_mastro
@Why_So_Syrius
Perché parti dal presupposto che avere cura di se stessi significa essere necessariamente magre.
Proposto da decerebrati.
Andiamo a fare il regalo di merda a bambino, comandato dai genitori.
Scarpini da calcio.
Peccato che al bambino in questione non frega un cazzo di giocare a calcio e preferisce le Barbie.
Ma, ehi, è maschio e deve giocare a calcio.
Giuro che se li trovo rosa glieli compro rosa.