Gaza (e con essa tutto il Medio Oriente e probabilmente tutto il mondo) sarebbe migliore se invece dei tunnel pieni di armi di Hamas ci fossero alberghi, attrazioni turistiche, e infrastrutture tali da farla divenire una meta turistica? Certo che si. E non bisogna avere timore di dirlo, e a voce alta. Il modo di vivere occidentale (basato su democrazia politica e libertà economica) è migliore di quello delle teocrazie, delle autocrazie e delle dittature. Purtroppo però non funziona così. A decidere cosa deve diventare Gaza deve essere il popolo palestinese, secondo il sacro principio dell’autodeterminazione dei popoli. Ma l’altra faccia dell’autodeterminazione è la responsabilità: se sceglie di continuare ad affidarsi (o non ribellarsi) ai tagliagole di Hamas (invece che perseguire l’approccio che, per fare un esempio diversissimo ma utile, seguirono i neri sudafricani a inizio anni 90) deve accettarne le conseguenze in termini di minori probabilità di un futuro di pace e prosperità. Ed è illusorio, quante lezioni abbiamo ormai ricevuto in materia, pensare di esportare e impiantare democrazia e benessere con le armi e dall’esterno.