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Danilo Della Valle

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Membro del Parlamento Europeo per il @Mov5Stelle, eletto nella Circoscrizione Sud Italia

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18 hours
La telefonata Trump-Putin e i primi punti di un possibile compromesso per mettere fine alla guerra in Ucraina mettono ko l’Unione europea e tutta la strategia suicida seguita negli ultimi tre anni. I paladini dell’invio di armi a oltranza e della sconfitta della Russia sul campo di battaglia ne escono completamente delegittimati e dovrebbero valutare, davanti a questo disastro diplomatico che ci potrebbe costare carissimo negli anni a venire, se sia opportuno dimettersi e lasciare ad altri la gestione della transizione verso la pace dell’Ucraina. Abbiamo speso finora 120 miliardi per alimentare tre lunghi anni di guerra, abbiamo costretto Zelensky a fare dietrofront rispetto a un accordo con i russi già sottoscritto a Istanbul all’indomani dell’invasione e adesso raccogliamo le macerie. Davanti a questa Caporetto diplomatica qualcuno a Bruxelles e a Roma dovrebbe avere la decenza di farsi da parte. La pace era, è e sarà l’unica soluzione a questo conflitto, tutto il resto è follia guerrafondaia che la storia punirà. 👇🏼La mia pagina FB👇🏼
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RT @M5S_Europa: La telefonata #Trump-#Putin e i primi punti di un compromesso per mettere fine alla guerra in #Ucraina mettono ko l’Unione…
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Belle parole, quelle del vicepresidente J.D. Vance all'AI Action Summit in Francia. Un inno alla libertà di pensiero e di parola, condito da un attacco alle regolamentazioni UE che, secondo lui, sarebbero solo sabbie mobili per la tecnologia. Ma dietro questa retorica c’è ben altro: gli USA temono di perdere il loro dominio. Oggi il mondo sta cambiando, nuove economie emergono, gli equilibri si spostano. E così, gli Stati Uniti si ergono a paladini della libertà solo quando le regole non servono ai loro colossi tecnologici. Vance dice che dobbiamo chiederci se le regolamentazioni favoriscano il popolo o le multinazionali. Bene, la prima domanda va fatta proprio a Washington: chi ha monopolizzato per decenni il mercato globale? L’UE, oggi, è il grande assente nella partita tecnologica internazionale. Basta essere succubi di aziende e governi stranieri, che da sempre puntano a controllare i nostri dati, le nostre economie e le nostre vite. Serve una vera autonomia europea. Contro ogni tentativo di sottomissione economica e politica. #UE #censura #social #USA #m5s 👇🏼La mia pagina FB👇🏼
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2 days
L'ONU stima che servano oltre 53 miliardi di dollari per ricostruire Gaza, di cui 20,5 miliardi solo nei primi tre anni. Numeri enormi, ma il vero dramma è che senza un vero percorso di pace ogni ricostruzione rischia di essere solo temporanea. Non si può continuare a ricostruire sulle macerie senza affrontare le cause profonde del conflitto. Il popolo palestinese ha diritto a vivere in sicurezza, con dignità e giustizia. Senza giustizia nessuna ricostruzione potrà mai durare. #M5s 👇🏼La mia pagina FB👇🏼
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2 days
Sono già tre anni che l'Europa sbaglia sull'Ucraina. A pagare il prezzo di questa guerra sono sempre i cittadini europei, mentre l'UE ha rinunciato al suo storico ruolo di mediatrice, restando ai margini delle decisioni che contano. Ora, con gli Stati Uniti di Trump a dettare le mosse per una possibile pace, l'Europa si ritrova a guardare, invece di agire. È tempo di riprendere in mano il destino del nostro continente e rimettere la pace al centro del dibattito. 👇🏼La mia pagina FB👇🏼
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4 days
UNA PACE CHE FIRMA LA CONDANNA DI UN POPOLO È evidente che da chi riceve oltre 230 milioni di dollari dall'AIPAC per la sua campagna non ci aspettavamo altro. La realtà che stiamo affrontando è anche peggiore: la cancellazione di un intero popolo. Chiamano pace ciò che è in realtà un esilio mascherato. Siamo stanchi di una narrazione che tutela solo USA e Israele. Non possiamo autoassolverci: il mondo sta cercando di agire, ma l'occidente deve smettere di mentire e cominciare a perseguire la giustizia. #M5s #Peace #Trump #Palestine 👇🏼La mia pagina FB👇🏼
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7 days
Le sanzioni di Trump alla Corte penale internazionale sono ignobili alla pari delle sue dichiarazioni di voler costruire un resort a Gaza. L’UE faccia scudo sui giudici de L’Aja - ai quali inviamo la nostra solidarietà - garantisca loro la libertà di movimento e continui a fornire tutto il necessario per il corretto funzionamento della Corte. Il rispetto del diritto internazionale serve a perseguire crimini di guerra, torture, stragi e violenza contro cittadini, minoranze etniche e intere popolazioni, esattamente quello che l’esercito israeliano sotto il comando di Netanyahu ha fatto a Gaza. Il mandato di cattura è un atto dovuto e di giustizia innanzitutto per il popolo palestinese. Noi non dimentichiamo i 46mila morti a Gaza nell’ultimo anno e mezzo.
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8 days
Il caso Almasri approda anche al Parlamento europeo. Pur senza citarlo direttamente è stata approvata la nostra richiesta di un dibattito sulla protezione del diritto internazionale e delle prerogative della Corte penale internazionale. Il Governo Meloni sta provando a scaricare tutte le colpe della scarcerazione del boia libico alla Corte Penale Internazionale, quando invece ne ha deliberatamente ignorato le richieste. Il dibattito è previsto martedì sera e noi porteremo in aula anche il caso Netanyahu, il cui mandato di cattura internazionale va eseguito senza tentennamenti dagli Stati che hanno sottoscritto lo Statuto di Roma e che quindi sono obbligati a eseguirne le decisioni.
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8 days
Dopo quasi tre anni di guerra è chiaro che la strategia dell'Europa non abbia ottenuto i risultati attesi. L'Ucraina sta affrontando una grave crisi economica nonostante riceva aiuti sostanziali e il conflitto continui a gravare sulle economie europee senza una soluzione concreta in vista. Nel frattempo, il consenso politico nei confronti della guerra nei paesi occidentali sta cambiando, con molti cittadini che mettono in dubbio l'efficacia e la sostenibilità di questo approccio. Negli ultimi mesi anche il presidente Zelensky ha assunto un tono diverso. Ha ammesso che l'Ucraina non ha le risorse militari per riconquistare i territori occupati e ha sottolineato la necessità di sforzi diplomatici per raggiungere una soluzione negoziata. Ciò solleva una domanda importante: perché questo percorso non è stato perseguito fin dall'inizio, quando un possibile accordo sembrava a portata di mano nel marzo 2022? Cosa faremo quando Trump cambierà il suo approccio? Potrebbe provare a migliorare i rapporti con Mosca mentre lancia una guerra commerciale con la Cina attraverso i dazi. Siamo pronti a sacrificare settori chiave, come il settore automobilistico tedesco, che è cruciale per l'economia italiana? Resteremo passivi in ​​una guerra tariffaria che potrebbe danneggiare gravemente l'Europa? Credo che abbiamo il dovere di parlare alle persone e far loro capire che la classe politica, sia di sinistra che di destra, che ha governato finora è responsabile di questa situazione. Dobbiamo mandarli a casa prima che sia troppo tardi. I paesi europei devono affrontare questo nuovo mondo multipolare con una mentalità nuova, che non dia per scontato il predominio di una nazione sulle altre. Invece, dobbiamo costruire un nuovo modo di gestire le relazioni internazionali, basato sulla cooperazione e sulla diplomazia. Il primo passo necessario è rompere i legami di dipendenza che ancora legano le élite europee agli interessi degli Stati Uniti. L'Europa ha seguito una strategia ampiamente modellata da interessi esterni e ora deve ridefinire il suo ruolo sulla scena internazionale. Con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, gli Stati Uniti potrebbero cambiare posizione, cercando una soluzione diplomatica per ridurre il loro coinvolgimento. Questo scenario costringe l'Europa a fare una scelta: continuare su un percorso che non ha prodotto reali benefici o adottare una politica più indipendente incentrata sulla stabilità e la sicurezza per i suoi cittadini. I leader europei devono agire nel migliore interesse del loro popolo, dando priorità al benessere economico e sociale. In un mondo sempre più multipolare, la diplomazia e la cooperazione dovrebbero avere la precedenza sullo scontro, che rischia di indebolire ulteriormente il nostro continente. L'Europa ha bisogno di una nuova visione di politica estera, che ponga al primo posto i suoi interessi strategici e rafforzi il suo ruolo nelle relazioni internazionali. È tempo di un serio dibattito su come costruire un futuro di pace e sicurezza per il nostro continente. 👇🏼L'articolo👇🏼 👇🏼La mia pagina FB👇🏼
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10 days
POVERTÀ IN AUMENTO, MA PER CHI? Mentre in Italia oltre 6 milioni di cittadini vivono in povertà assoluta, il Governo trova le risorse per aumentare stipendi e rimborsi ai politici, mentre i lavoratori non vedono aumenti reali da oltre 30 anni. Secondo l'ultimo rapporto Oxfam, la ricchezza si è concentrata sempre di più: il 10% più benestante è passato dal possedere il 50% della ricchezza nazionale nel 2010 al 60% nel 2024, mentre il 50% più povero ha visto la propria quota ridursi. L'unico periodo in cui questo divario si è ridotto? Dal 2017 al 2020. Di fronte a questi numeri, il Governo continua a parlare di "merito" e "ripresa", ma la realtà racconta un'altra storia: chi lavora fatica sempre di più, mentre chi decide sembra voltarsi dall'altra parte. Quanto ancora si potrà ignorare questa emergenza? #M5S 👇🏼La mia pagina FB👇🏼
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10 days
I contenuti sono 2, il fatto che il PD abbia bocciato la nostra proposta ed il fatto che ora la stia riproponendo, lo stesso è accaduto in passato come può leggere nel post. E' importante ricordare ai cittadini l'ordine di tutti gli eventi e non solo una parte di essi (come troppo spesso accade oggi) perché altrimenti si tratta di propaganda e non di informazione.
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11 days
L'Artico è il nuovo campo di battaglia geopolitico. Le potenze globali si scontrano per risorse e rotte commerciali. La Russia ha militarizzato l'area, gli USA rispondono con la NATO, la Cina investe nella "Via della Seta Polare". Senza regole, il rischio di conflitto cresce ogni giorno. 👇🏼L'articolo completo👇🏼 👇🏼La mia pagina IG👇🏼
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12 days
Mandare Giorgia Meloni e i 18 leader europei che hanno sottoscritto la lettera a ripetizioni di diritto europeo sarebbe il minimo. Chiedere di usare la Banca europea per gli investimenti per finanziare la spesa militare è semplicemente illegittimo. L’articolo 41(2) del Trattato sull’Unione europea vieta l’uso del bilancio UE per operazioni con implicazioni militari o di difesa. Anche lo Statuto della BEI impone che i suoi fondi siano destinati solo a innovazione, PMI, ambiente e infrastrutture. Il trucco per aggirare il divieto è finanziare progetti a “dual use”, civile e militare: una forzatura inaccettabile. Ciò che conta è come quegli strumenti vengano effettivamente usati, e questa mossa è un grave strappo alle regole. In questa corsa folle al riarmo, i governi europei piegano le norme per compiacere gli Stati Uniti e la loro richiesta di aumentare la spesa militare. Noi ci opporremo con forza. La Corte di Giustizia UE deve intervenire per fermare questa deriva e ristabilire il rispetto del diritto europeo. #m5s #conflitto #UE #BCE #USA
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13 days
Altro giro di boa... Ma con la stessa colonna sonora, forever young, che ormai mi accompagna da quando ho superato gli anta. Almeno nello spirito visto che per il resto gli anni si cominciano a sentire 😅 Grazie a tutti per i tantissimi messaggi che mi state scrivendo, tramite le piattaforme social e WhatsApp. Sentire la vicinanza di tanti amici e conoscenti, vicini e lontani geograficamente, scalda il cuore. #compleanno🎂 #birthday #деньрождения #cumpleaños #42
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RT @M5S_Europa: Mandiamo Meloni e i 18 leader UE che hanno sottoscritto la lettera a Tusk, Costa e la Presidente della BEI Nadia Calvino a…
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14 days
🔴 IL GOVERNO TRATTA CON I TORTURATORI? LO DICE BRUNO VESPA! Vespa urla in TV che "ogni Stato tratta con i torturatori per la sicurezza nazionale" e difende Meloni sull'affare Al-Masri. Ma vi rendete conto? Il governo Meloni ha liberato un generale accusato di crimini di guerra e torture e lo ha spedito in Libia su un volo di Stato. Ma se lo fa lei, è per la "sicurezza nazionale". NON UNA PAROLA su chi ha deciso e chi ha firmato. La verità è che questo governo si sta coprendo di vergogna agli occhi del mondo. Altro che patrioti!
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🔴 VOGLIONO LA GUERRA, MA CHI LA PAGHERÀ? Mentre milioni di italiani faticano ad arrivare a fine mese, il governo Meloni decide di spendere miliardi per più armi, più carri armati, più soldati. Perché? Per chi? Contro chi? Il generale Masiello lancia l'allarme e dice che l'Italia non è pronta per una guerra ma la verità è che gli italiani non vogliono alcuna guerra, la vogliono i soliti noti: le lobby delle armi, la NATO, chi ha interesse a trasformare il nostro Paese in un avamposto militare. 45.000 soldati in più, missili Himars, difese antimissile, artiglieria pesante. Questo è il piano di Crosetto, l'ex lobbista dell'industria bellica ora ministro della Difesa, quel Crosetto che oggi svende l'Italia agli interessi delle multinazionali delle armi. E Meloni? Quella che parlava di "patria" e "popolo"? Quando si tratta di aumentare stipendi e pensioni, i soldi non ci sono mai. Ma per i missili sì. Per le armi sì. Per preparare un conflitto sì. Noi diciamo NO. L'Italia non è nata per combattere guerre ma per costruire la pace. E invece di investire in sanità, istruzione e lavoro, questo Governo vuole trasformare il nostro Paese in un campo di battaglia. Se davvero ci fosse una minaccia per la nostra sicurezza la prima emergenza da risolvere sarebbe un'altra: ospedali senza personale, giovani costretti a emigrare, stipendi da fame, aziende che chiudono. Non servono più soldati, servono più insegnanti, più medici, più dignità per chi lavora. Il problema dell'Italia non è che mancano i carri armati, è che mancano governi capaci di difendere i cittadini dai problemi veri. Meloni, Crosetto, fermatevi. L'Italia non vuole la guerra. L'Italia vuole un futuro.
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16 days
Bill Gates parla di "destabilizzazione" e "influenza dei super-ricchi" sulle elezioni. Parole forti, certo. Ma è difficile ignorare il fatto che proprio la sua carriera sia costellata di alleanze e scelte che hanno alimentato guerre e conflitti in giro per il mondo. Da sempre, chi detiene il potere economico utilizza la guerra come strumento per espandere il proprio controllo. Un esempio lampante sono i popoli africani, che conoscono bene gli effetti delle sue politiche sanitarie. Politiche che, spesso, si sono rivelate funzionali a interessi economici mascherati da "aiuti umanitari". Pensiamo alla sua "Green Revolution" in Africa: un progetto che ha finito per favorire le grandi multinazionali agricole, schiacciando le economie locali e destabilizzando intere nazioni sul piano socio-economico. E poi c'è il suo rapporto con la lobby delle armi. Gates non ha mai nascosto di credere nella "necessità di innovare" anche nel settore bellico. Dunque, come può proprio lui, che finanzia guerre e interventi militari a livello globale, ergersi a critico dell'influenza sulle nazioni? Non viene il sospetto che queste dichiarazioni servano a distogliere l'attenzione dal vero fulcro del suo impero? È facile fare il professore quando si ha il portafoglio pieno e il potere nelle mani. Dietro la facciata della filantropia, si intravede chiaramente il modello di chi sfrutta le crisi globali per arricchirsi ulteriormente. Non serve andare lontano: le sue partecipazioni in Big Pharma parlano da sole. Durante la pandemia, queste aziende hanno registrato profitti record, mentre Paesi interi venivano "aiutati" con vaccini sponsorizzati proprio da lui. Prima di puntare il dito contro gli altri, forse sarebbe meglio che Gates facesse un po' di autocritica. Perché, a conti fatti, dietro i suoi discorsi si intravede sempre lo stesso schema: potere, profitto e controllo. #Movimento5Stelle
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17 days
L'intelligenza artificiale è una grande opportunità ma senza regole può diventare un pericolo. Durante un confronto con gli studenti dell'ITI di Scampia abbiamo parlato di come l'Al stia trasformando il mondo del lavoro e di come il potere tecnologico si stia concentrando nelle mani di pochi. Il caso di Starlink e Elon Musk lo dimostra chiaramente: un privato che controlla infrastrutture strategiche come telecomunicazioni e difesa. Oggi, nella Giornata europea della protezione dei dati personali, è opportuna una riflessione su chi gestisce i nostri dati e con quali obiettivi. Non possiamo consentire che la tecnologia diventi un privilegio per pochi mentre il resto rimane escluso. È nostro compito intervenire con regole chiare e visione, per garantire che l'innovazione sia al servizio di tutti. 👇🏼La mia pagina FB👇🏼
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